In questi mesi estivi ripassiamo insieme i principali argomenti affrontati quest’anno… oggi parliamo di attacchi di panico…
Cosa significa Adhd? Quali sono le caratteristiche di questo disturbo? A chi possiamo rivolgerci per arrivare ad una diagnosi? Il farmaco è l’unico trattamento possibile? Scopriamolo insieme…
In questo articolo ci occuperemo di comprendere cosa significa la sigla Adhd ed a quale categoria di disturbi fa riferimento.
Per affrontare questo difficile argomento lavoreremo insieme su alcuni dei dubbi più comuni nei genitori di bambini agitati e distratti e cercheremo di trovare delle risposte.
ECCO ALLORA 5 DOMANDE PER COMPRENDERE L’ADHD!
1- COSA SI INTENDE CON IL TERMINE ADHD?
Adhd è la sigla utilizzata per definire il Disturbo da deficit di attenzione e iperattività.
Con questa dicitura si definisce un disagio di tipo psichico che si manifesta nel bambino e nell’adolescente con una serie di comportamenti problematici.
I BAMBINI CON ADHD SONO IN GENERE DISTRATTI, AGITATI, POCO GESTIBILI E A VOLTE IRRISPETTOSI. QUESTI BAMBINI DISTURBANO IN CLASSE E, IN ALCUNI CASI, POSSONO MOSTRARSI AGGRESSIVI VERSO I COMPAGNI.
Certo, molti bambini manifestano comportamenti simili…
Sono vivaci, sfrenati, curiosi e si buttano su ogni cosa che vedono salvo poi spostare subito l’attenzione su qualcos’altro che appare più interessante.
Spesso non ascoltano e non obbediscono e ci costringono a richiamare la loro attenzione più e più volte.
Tutto molto normale, come sa qualsiasi genitore.
Ma se questi comportamenti continuano anche dopo l’ingresso a scuola, se si manifestano per un lasso di tempo superiore ai 6 mesi, se il bambino li manifesta in ogni ambiente frequentato (casa, scuola, palestra ecc.), se diventano un ostacolo all’apprendimento, ai rapporti di amicizia con i coetanei e alle normali relazioni familiari, allora potrebbe trattarsi di Adhd.
2- DA COSA DIPENDE L’ADHD?
Ad oggi la reale causa dell’Adhd non si conosce…
Non è mai stata accertata una causa biologica, fisica o genetica, nonostante le svariate versioni che possiamo leggere o sentire in giro.
Questa lacuna è in realtà un problema serio perché espone noi genitori ad almeno due ordini di difficoltà.
La prima, piuttosto ovvia, riguarda la credibilità di chi effettua questa diagnosi (che vi ricordo DEVE essere sempre un professionista qualificato!) e delle possibili strategie di trattamento che ci propone.
La seconda, più legata ai vissuti di noi genitori, va invece riferita alla ricerca di una soluzione magica… magari seguendo qualche non dimostrata tentenza su internet.
3- COME SI ARRIVA A UNA DIAGNOSI DI ADHD?
Attualmente non esistono esami strumentali (esami del sangue, mappatura genetica, TAC…) in grado di accertare la presenza dell’Adhd.
In ambito psichiatrico entrambi i manuali diagnostici di riferimento (Icd e Dsm) identificano il disturbo anche se i parametri per valutarlo ed arrivare ad una identificazione certa non sono così semplici da interpretare.
Data quindi la difficoltà ad identificare con sicurezza il disturbo e la mancanza di esami strumentali specifici è di fondamentale importanza affidarsi ad una figura preparata e competente per arrivare ad una diagnosi certa e quindi ad un trattamento specifico e funzionale.
NON È SUFFICIENTE AFFIDARSI AD UN QUESTIONARIO O A QUALCHE INDICATORE REPERITO SU INTERNET O SUGGERITO DA AMICI “ESPERTI”…
Fondamentale è invece rivolgersi ad una figura specializzata, un Neuropsichiatra Infantile, un medico formato tra l’altro nella valutazione dei disturbi psicologici e psichiatrici nell’età evolutiva.
Certo è utile tenere conto delle indicazioni fornite dalla scuola, dagli allenatori e da altri genitori…
Ricordiamoci però di non allarmarci prima del tempo! Statisticamente, infatti, due casi su tre segnalati da figure esterne come possibili Adhd non lo sono per niente.
4- I SINTOMI DELL’ADHD SONO UNICI ED INEQUIVOCABILI?
ASSOLUTAMENTE NO!
Possono infatti esserci dei “finti” casi di Adhd, difficoltà con sintomatologie simili ma che non rientrano nei parametri della diagnosi.
Da dove nasce questa confusione? In realtà è abbastanza semplice…
Dobbiamo infatti tenere conto che i principali indicatori di questo disturbo sono le difficoltà attentive e l’irrequietezza motoria e comportamentale. Entrambe molto comuni in un elevato numero di situazioni.
Basti pensare che il deficit di attenzione è la prima reazione basilare del nostro organismo a un disagio.
Per non parlare di irrequietezza e distrazione, quelli che i medici chiamano “sintomi prezzemolo”, perché compaiono nelle più disparate malattie e condizioni.
5- COME SI CURA L’ADHD?
In genere il percorso terapeutico maggiormente indicato è quello di una psicoterapia. Lo scopo di un lavoro con uno psicologo-psicoterapeuta è quello di aiutare il bambino ad essere maggiormente consapevole delle proprie difficoltà e ad apprendere nuove strategie per poterle gestire.
I risultati positivi che potrà ottenere accresceranno l’autostima del bambino e lo sproneranno a perseverare, innescando un circolo virtuoso.
Molto importante è poi il lavoro che anche noi genitori siamo chiamati a fare, soprattutto sulle strategie educative, sulla gestione dei tempi, sulla relazione con i nostri figli.
Fondamentale è anche coinvolgere la scuola, ambito nel quale i nostri figli passano moltissimo tempo.
CI VUOLE PAZIENZA E PERSEVERANZA DA PARTE DI TUTTI, MA IN GENERE QUESTO METODO DÀ BUONI RISULTATI!
Nei casi più difficili, in cui l’Adhd può portare al manifestarsi di aggressività e violenza, si aggiunge una cura farmacologica in modo da ottenere una temporanea attenuazione dei sintomi che possa favorire il percorso psico-pedagogico e portare il bambino ad acquisire fiducia in sé stesso.
TENIAMO BEN PRESENTE CHE I FARMACI NON “CURANO” MA AGISCONO SOLO SUI SINTOMI. UN PO‘ COME PRENDERE UN ANTIDOLORIFICO PER CURARE UNA CARIE…
Non rappresentano quindi una soluzione magica e possono tamponare il problema solo in modo momentaneo.
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