Ansia da interrogazione, cosa è e come riconoscerla

Cosa si intende con il termine ansia da interrogazione? Quali effetti provoca nei nostri bambini? Esiste un modo per riconoscerla? Scopriamolo insieme…

Partiamo da una situazione concreta…

Il nostro bambino ha passato il pomeriggio di ieri a studiare ed a fare i compiti e, per sicurezza, ci ha chiesto di provargli la lezione.

La mattina però si sveglia molto presto, con un “mal di pancia” sospetto e nessuna voglia di fare colazione e ci dice che sta troppo male per andare a scuola.

Questi semplici segnali potrebbero indicare una possibile ansia da interrogazione.

Ma di cosa si tratta esattamente?

L’ansia da interrogazione può essere inclusa nella più ampia categoria delle ansie da prestazione, una sensazione che tutti noi abbiamo sperimentato prima di un colloquio di lavoro o di un esame all’università. 

Questa particolare manifestazione emotiva è utile e sana perché, se si manifesta entro certi limiti, ci permette di raggiungere obiettivi e liberare energie.

Se però l’intensità, la frequenza e la durata delle manifestazioni ansiose diventa eccessiva può diventare un problema anche serio. 

L’ansia anticipatoria è proficua se sporadica e legata a determinati momenti in cui ci viene richiesto di concentrare il nostro impegno, ma se perdura può diventare una fonte di forti limitazioni. 

Se ad esempio si manifesta molto prima dell’interrogazione e prosegue anche dopo, portando sintomi somatici quali mal di pancia o di testa ed innescando una sorta di “corto circuito” che va a creare ostacoli ai nostri bambini e ragazzi, bisogna intervenire.

Chi ne soffre e quali effetti provoca?

L’ansia da interrogazione è molto più diffusa tra gli adolescenti (uno su tre circa) che tra i bambini (uno su nove circa), e nelle femmine si riscontra una maggiore predisposizione. 

I principali effetti dell’ansia da interrogazione riguardano un significativo calo dei risultati, non legato all’impegno profuso dal nostro bambino.

Il problema che si verifica durante l’interrogazione è che il piccolo si concentra sulle proprie preoccupazioni e sulla paura di sbagliare andando a ridurre significativamente la propria capacità di concentrarsi e di ricordare.

Questo meccanismo, legato all’insicurezza, provoca poi un ritorno negativo dell’immagine di sé andando a minare ulteriormente la fiducia nelle proprie capacità e creando così il circolo vizioso dell’ansia.

Un circolo che si autoalimenta…

Come possiamo riconoscere l’ansia da interrogazione?

Come genitori sappiamo bene che non sempre i nostri bambini riescono a raccontare come si sentono ed a darci spunti per poterli aiutare.

Fortunatamente esistono alcuni segnali fisici che possono aiutarci a riconoscere le problematiche legate all’ansia.

Eccone alcuni…

  • tono di voce basso;
  • sudorazione eccessiva;
  • macchie rosse sul collo;
  • necessità di andare spesso in bagno;
  • a volte lieve balbuzie;
  • incapacità di stare fermi;
  • mancanza di appetito prima di eventi stressanti.

Un mal di pancia mattutino, che ricordiamolo non è simulato ma piuttosto una manifestazione psicosomatica, un mal di testa, un risveglio agitato o una difficoltà serale a prendere sonno possono essere dei segnali che dovrebbero farci sorgere dei sospetti.

Ovviamente non tutti i problemi di stomaco sono indicativi di ansia…

Utile può essere cercare di leggere le manifestazioni portate dai nostri bambini all’interno del contesto che stanno vivendo.

Potremmo ad esempio cercare di collegare le manifestazioni corporee con periodi di cambiamento e fonti di stress.

Per quanto riguarda gli adolescenti poi i segnali più frequenti possono essere la tendenza a ritirarsi in loro stessi ed a procrastinare.

A volte possono sopraggiungere crisi di pianto e rifiuto di andare a scuola e, solo in casi molto gravi, si può arrivare a manifestazioni di autolesionismo.

Se riconosciamo nei nostri bambini alcuni di questi segnali, teniamo presente che l’ansia non va sottovalutata!

In caso di dubbio o di preoccupazione ricordiamoci che possiamo sempre chiedere un parere al pediatra o rivolgerci ad un esperto.

In questo articolo abbiamo imparato cosa si intende con il termine ansia da interrogazione e come poterla riconoscere nei nostri bambini.

La prossima settimana cercheremo di approfondire alcune strategie per poter fronteggiare al meglio questa difficoltà.

In bocca al lupo! 

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