Covid, ansia e preoccupazioni… come aiutare i nostri figli a gestire le loro emozioni?

Come possiamo lavorare sulle emozioni difficili causate dalla situazione che stiamo vivendo? E’ possibile aiutare i nostri figli a gestire le restrizioni cui sono sottoposti? In che modo possiamo spiegare loro cosa sta succedendo? Scopriamolo insieme…

Come abbiamo avuto modo di approfondire nell’articolo della scorsa settimana, oltre a noi a adulti anche bambini ed adolescenti possono risentire del momento difficile che stiamo attraversando.

Ansia, paure, comportamenti oppositivi e aggressivi, rifiuto della didattica a distanza e piccole regressioni sono solo alcuni dei possibili effetti che i nostri figli possono arrivare a manifestare.

Effetti che, ricordiamolo, altro non sono che l’espressione del disagio, della paura e della preoccupazione causati dall’incertezza, dalle restrizioni e dai continui cambiamenti cui sono sottoposti.

Ma cosa possiamo fare noi genitori per aiutare davvero i nostri figli? Come possiamo affrontare l’argomento? In che modo possiamo spiegare quello che sta succedendo ed aiutare a superare paure, rabbia e preoccupazioni?

Innanzitutto il nostro approccio deve essere centrato sull’età del nostro bambino…

Per i bimbi più piccoli, per intenderci in età prescolare, più che favorire una profonda comprensione dei concetti di pandemia e restrizioni dobbiamo concentrarci sugli aspetti pratici.

Ricordiamo infatti che bambini così piccoli hanno una capacità limitata di capire cosa sta succedendo, ovviamente dovuta alla fase evolutiva che stanno attraversando…

Risulta quindi molto più utile trasmettere le informazioni in modo semplice e concentrarci sullo spiegare e rinforzare continuamente le norme igieniche che tutti siamo chiamati a rispettare.

Lavarsi le mani, stare attenti a quando si tossisce e si starnutisce, evitare i contatti con gli estranei… un copione che ormai conosciamo bene!

Meno facile è invece spiegare come mai non possiamo andare al parco o invitare gli amici.

Rispetto a questa tematica fornire motivazioni scientifiche ha poco senso; potrebbe invece rivelarsi più utile costruire attività sostitutive e consentite, come ad esempio strutturare dei giochi di movimento a casa (percorsi…).

Per i bambini della scuola primaria il discorso comincia a cambiare…

Gia a quest’età diventa infatti più fruibile la capacità di ragionare e di farsi la propria idea su quanto sta accadendo.

Non è inoltre insolito che i bambini delle elementari assistano a telegiornali o ascoltino con noi gli aggiornamenti sulla situazione, magari mentre stiamo sentendo la radio in macchina.

L’esposizione a tali informazioni, spesso difficili o presentate in modo drammatico, non è di per sé sbagliata purché noi genitori ricordiamo di aiutare i nostri piccoli a dare significato a quello che stanno vedendo e sentendo.

Le immagini angoscianti dei telegiornali possono infatti indurre a pensare che il pericolo sia imminente, per la semplice ragione che i bambini non sono ancora in grado di distinguere tra notizie e realtà personale.

Ricordiamo quindi di rassicurare i nostri figli utilizzando anche informazioni scientifiche, come ad esempio che la maggior parte delle persone che si infettano di Covid-19 si ammalano in modo lieve e che per i bambini questo virus non è così pericoloso perché il loro corpo è abituato a conoscere nuovi virus e a sconfiggerli.

Spieghiamo poi che il motivo di tanto allarme è che se tante persone si ammalano tutte insieme diventa difficile per i medici riuscire a curarle perché si riempiono troppo gli ospedali, per questo è importante rallentare il contagio.  

Diciamo loro che i dottori hanno chiesto l’aiuto ad ognuno di noi…  per questo ci viene richiesto di rimanere a casa, di fare le lezioni a distanza e di non invitare gli amici.

Infine ricordiamo di accogliere anche la loro fatica, dando voce alla noia, alla rabbia ed alla frustrazione per le tante rinunce che devono sopportare.

Accogliamo le loro preoccupazioni e non minimizziamole, spiegando invece che è normale sentirsi così in un momento come questo.

Con i ragazzi, pre-adolescenti ed adolescenti, diventa invece molto importante cercare di mantenere aperto un dialogo

I nostri figli grandi infatti leggono autonomamente le notizie su internet ma non sempre hanno la capacità di selezionare le fonti ed interpretare le informazioni. 

Ecco allora che condividere la visione del telegiornale, commentare con loro quanto sta accadendo, ascoltare con attenzione le loro opinioni e fornire una sorta di bussola per orientarsi diventano compiti di fondamentale importanza. 

Ricordiamo poi che gli adolescenti, naturalmente portati alla ricerca di una sempre maggiore autonomia e di uno spazio sociale fuori dal nucleo familiare, sono una delle categorie maggiormente colpite dalle restrizioni che tutti dobbiamo rispettare.

Rabbia, ribellioni, irritabilità e frustrazione devono quindi poter avere il loro spazio tenendo bene a mente che non sono rivolte verso noi genitori quanto piuttosto ad una situazione che, agli occhi di un ragazzo (e a volte anche a quelli di noi adulti…), appare ingiusta e molto difficile da sopportare.

In questo articolo abbiamo lavorato su alcune modalità da utilizzare con i nostri figli per aiutarli a superare questo difficile periodo.

Ricordiamo sempre che il nostro compito non è quello di eliminare le emozioni negative (ansia, paura, rabbia..) quanto piuttosto di aiutare i nostri piccoli a riconoscerle, dar loro significato e gestirle nel modo migliore possibile.

In bocca lupo!

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