5 utili consigli per gestire i capricci!

Come possiamo noi genitori gestire i capricci dei nostri bambini? In che modo possiamo lavorare per disincentivare questa modalità di richiesta? Ecco 5 utili consigli!

Nel precedente articolo abbiamo compreso i reali significati e la funzione del capriccio.

Questa settimana ci occuperemo invece di capire meglio come gestire queste tempeste comportamentali portate dai nostri bambini.

Nel farlo teniamo comunque a mente che il capriccio è un fenomeno comune e normale nei bambini di età inferiore ai 5/6 anni.

Ricordiamo inoltre che si tratta di una modalità di richiesta che va disincentivata ma che non rappresenta né una sfida alla nostra autorità né una problematica comportamentale grave.

Come facciamo allora a disincentivare i capricci?

Possiamo provare con questi 5 utili consigli

1 Restiamo calmi!

Un capriccio non è un bello spettacolo. Oltre a calci e urla il nostro angioletto potrebbe mettere in scena anche gesti pericolosi per sé e per gli altri…

In questi casi è bene che noi genitori restiamo calmi e, possibilmente, vicini al nostro bimbo

Se invece il nostro livello di frustrazione risultasse troppo elevato sarebbe opportuno allontanarsi per un breve periodo, recuperare il controllo e quindi tornare da nostro figlio.

Ricordiamo poi che quando un bambino è nel pieno del capriccio le sue capacità di ascolto sono praticamente ridotte a zero. Per questa ragione rimproveri, minacce e lunghi discorsi sono assolutamente inutili!

2 Gli adulti siamo noi!

Non importa quanto sia intensa la sceneggiata, con un bambino che fa i capricci non bisogna cedere.

Certo tenere duro è più semplice se siamo in casa nostra, ma se ci troviamo al supermercato… 

Cerchiamo però di tenere bene a mente che il capriccio è una modalità di richiesta e che se il nostro bimbo riuscirà ad ottenere ciò che vuole attraverso una scenata tenderà a rifarlo anche in altre occasioni.

Per quale ragione? Semplicemente perché funziona!

In altre parole, cedere al capriccio significa incentivare il rinforzarsi di questa modalità problematica.

3 Chiamiamo un “time-out”!

In ambito sportivo time-out significa prendere una pausa, fermarsi e riordinare le idee…

In ambito educativo possiamo utilizzare questa tecnica per aiutare il nostro bambino a calmarsi e ritornare in sé.

Come? Piuttosto semplice…

Portiamo nostro figlio in un posto tranquillo e lasciamolo da solo finché non si tranquillizza; prestiamo però attenzione ai tempi: non più di 1/2 minuti per ogni anno di età.

Ricordiamoci poi che nell’accompagnare il nostro piccolo dobbiamo comunicargli che non lo stiamo mettendo in punizione ma che stiamo cercando di aiutarlo a calmarsi.

4. Verbalizziamo le emozioni!

Quando la tempesta si è placata, è molto importante tenere il nostro bambino vicino a noi e parlargli di quello che è successo. 

Ricordiamoci di parlare in modo semplice, di riconoscere la sua frustrazione e la sua rabbia come un qualcosa di legittimo e di concentrare la nostra critica solo sul suo comportamento.

Dobbiamo infatti tenere a mente che il nostro bimbo probabilmente non riesce ancora a dare un nome alle proprie emozioni ed è nostro compito insegnargli come si fa!

5 Prevenire è meglio!

Spesso ci accorgiamo dell’arrivo di un capriccio quando è troppo tardi… ormai la frittata è fatta e possiamo solo cercare di gestire la situazione.

Se invece riusciamo a prestare attenzione alle situazioni che esasperano il nostro bambino potremmo riuscire a prevenire gran parte delle crisi.

Spesso infatti i capricci arrivano in situazioni in cui il bambino è stanco o a disagio, come ad esempio quando ha fame, ha sonno oppure di fronte all’ennesimo no da parte nostra.

Imparare a capire cosa innesca le reazioni del nostro bambino è un ottimo modo per disincentivare questa difficile modalità!

In questo articolo abbiamo imparato come gestire e disincentivare i capricci dei nostri bambini attraverso 5 utili suggerimenti.

Ricordiamo quindi di restare calmi, di non cedere alle richieste, di cercare di comprendere gli schemi che innescano il capriccio e, se  serve, di chiamare un time-out; il tutto senza dimenticare di lavorare sempre sulle emozioni dei nostri figli.

In bocca al lupo!

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