5 utili strategie per i genitori di un bambino con ADHD

Come possiamo noi genitori aiutare il nostro bambino con ADHD? Quali modalità educative possiamo mettere in atto? Ecco 5 utili strategie…

Come abbiamo visto nell’articolo di settimana scorsa, i genitori di un bambino con ADHD devono confrontarsi quotidianamente con le problematiche che questa patologia porta a loro figlio ed all’intero contesto familiare…

Controllare le proprie reazioni, regolare i comportamenti, ascoltare e seguire le indicazioni, fare i compiti…

Queste difficoltà possono portare noi genitori a sentirci frustrati, disarmati, arrabbiati e a volte incompetenti. Peggio ancora, possono diventare l’origine di un sentimento di intolleranza verso il nostro bambino.

Ecco allora comparire, quasi fuori dal nostro controllo, vissuti persecutori che ci portano a credere che nostro figlio lo faccia apposta ed una modalità di relazione incentrata unicamente sul conflitto.

Una modalità che non aiuta noi né il nostro bambino…

Cosa fare quindi? Proviamo insieme ad esplorare 5 utili strategie!

1-Definiamo il problema!

Come abbiamo visto nell’articolo della scorsa settimana, per affrontare nel modo migliore l’ADHD dobbiamo informarci ed arrivare ad una diagnosi.

E’ infatti molto difficile trovare gli interventi giusti se non sappiamo quale sia il problema… Conoscere il nemico è il primo passo per sconfiggerlo!

Teniamo poi presente che arrivare a definire le problematiche che viviamo quotidianamente come una malattia può aiutarci a lenire i vissuti di colpa che ci attanagliano e ci porterà ad affrontare le difficoltà con maggiore tranquillità e pazienza.

2-Organizzazione e ordine!

Potrà sembrare un po’ dittatoriale, ma la realtà è che se il mio bambino soffre di ADHD l’organizzazione delle attività e dei tempi diventa fondamentale.

Programmare le attività, anche rispetto al tempo libero, e strutturare i momenti rappresenta infatti un metodo efficace per arginare la disorganizzazione e la fatica a trovare limiti interni tipica di questo disturbo.

Un buon esempio potrebbe essere quello di gestire i compiti del fine settimana mantenendo sempre la stessa fascia oraria e lo stesso luogo, che dovrà essere il più possibile libero da distrattori.  

Rispetto agli stimoli che possono distrarre teniamo presente che per un bambino con ADHD anche una semplice matita può essere sufficiente…

Strutturare anche l’ambiente, soprattutto rispetto all’ambito scolastico, diventa quindi fondamentale!

Una scrivania ingombra con magari anche il computer potrebbe non essere una buona idea…

Infine dobbiamo porre molta attenzione ai cambiamenti di abitudini e routine per fare in modo che non vengano percepiti dai nostri figli come eventi destabilizzanti.

3-Lavoriamo sulle conseguenze!

Come abbiamo appreso, una delle caratteristiche del disturbo dell’attenzione è legata all’impulsività nel comportamento.

In particolare i bambini con ADHD fanno molta fatica a regolarsi e spesso mettono in atto comportamenti fuori contesto e non adeguati.

Una possibile strategia per arginare questa difficoltà potrebbe essere quella di aiutare il bambino ad acquisire una modalità di pensiero basata sulle conseguenze.

Se fai così cosa potrebbe succedere? Cosa penseranno gli altri di te? Come ti sentirai?

Ovviamente questo tipo di lavoro può essere svolto solo a posteriori, nei momenti di tranquillità.

Ricordiamo però che non stiamo cercando di correggere un singolo comportamento quanto piuttosto di insegnare una modalità di pensiero ai nostri figli… Portiamo pazienza ed i risultati arriveranno!

Il lavoro sulle conseguenze deve poi essere affiancato da un sistema di regole chiare e condivise. Assicuriamoci che il nostro bambino sappia bene quello che può fare e quello che invece gli è vietato e perché.

Infine teniamo presente che può rivelarsi dannoso sommergere i bambini di informazioni e motivi per i quali una determinata cosa non va fatta… Un sovraccarico di parole può solo accrescere la confusione!

4-Rinforziamo l’autostima!

Come abbiamo appreso nel post precedente una delle cause principali che impediscono al bambino di sviluppare strategie di autocontrollo e che quindi va ad alimentare l’irrequietezza va individuata nella scarsa fiducia in sé stessi.

Per questa ragione dobbiamo porre molta attenzione a come si sentono i nostri figli!

Quando parliamo ai nostri bambini ricordiamo di porre in rilievo i loro punti di forza e di trattare le difficoltà come delle criticità che si possono superare.

Poniamo poi molta attenzione al linguaggio che utilizziamo, che non deve mai essere connotativo.

Anche quando li sgridiamo cerchiamo di criticare il comportamento e mai il bambino, in modo da non passargli il messaggio che per noi lui è una delusione.

Infine evitiamo nel modo più assoluto i confronti, soprattutto con i pari età.

5-Aiutiamoli!

Molte cose che per un bambino senza difficoltà possono sembrare ovvie e scontate diventano difficili se ci troviamo di fronte ad un bambino con ADHD.

Una delle caratteristiche di questa patologia riguarda infatti la difficoltà a sostare su quanto si sta facendo e porta come conseguenza una grave disorganizzazione.

Ecco allora che attività apparentemente semplici come tenere il diario, gestire il materiale scolastico ed organizzarsi nei compiti possono diventare proibitive.

Per questa ragione è importante per noi genitori assumere una funzione di controllo, monitoraggio e regolazione. Il tutto ovviamente con una immensa dose di pazienza, cercando di non arrabbiarsi per la nota per il compito lasciato a casa o per l’ennesimo compasso perso!

Ricordiamo però che il nostro scopo è insegnare ai nostri bambini ad essere autonomi e responsabili…

I nostri interventi dovranno quindi ricercare un equilibrio tra il lasciar fare da soli e l’essere presenti per correggere e sostenere.

In questo articolo abbiamo esplorato insieme 5 utili strategie per aiutare il nostro bambino con ADHD.

Dopo essere arrivati ad una definizione del problema ricordiamoci di organizzare il nostro tempo, di lavorare sulle conseguenze, di curare l’autostima dei nostri figli e di aiutarli a compensare le difficoltà che questa patologia porta.

In bocca al lupo!

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