Il mio bambino picchia… che fare?

Il nostro bambino ha picchiato un compagno a scuola… Cosa significa questo gesto? Nostro figlio è violento? Come possiamo intervenire? Scopriamolo insieme…

Durante una comune giornata di scuola, alla materna o alla primaria, oppure al parco o a casa possono capitare scontri, spintoni ed episodi più aggressivi come ad esempio qualche botta o calcio.

I toni si alzano, volano urla e colpi…

Questi comportamenti, che appaiono quasi minacciosi agli occhi di noi genitori, tendono però a risolversi velocemente e l’atmosfera ben presto torna serena. 

Ma perché succedono questi episodi?

Tutto questo accade perché i litigi, botte comprese, rappresentano una normale tappa della crescita, comune a tutti i bambini. 

La componente aggressiva che caratterizza questi episodi, e che spesso preoccupa noi genitori, fa in realtà parte del comportamento sociale e della relazione che i nostri bambini hanno tra di loro. 

L’aggressività, infatti, è una componente vitale del nostro bambino e costituisce una delle spinte che lo porteranno a crescere ed a trovare il proprio posto nel mondo.

Possiamo trovare un buon esempio di questo concetto nella tenacia che un bambino può dimostrare nel non arrendersi di fronte ad un insuccesso o ad un brutto voto…

Competitività, agonismo, capacità di reagire, voglia di farcela da soli ed altro ancora sono quindi esempi di una componente aggressiva sana che deve trovare spazio di sviluppo e possibilità di espressione nel nostro bambino.

In quest’ottica, quando noi genitori ci chiediamo, con una buona dose di preoccupazione, come mai nostro figlio picchi gli altri forse ci stiamo ponendo la domanda sbagliata!

Dobbiamo quindi lasciare che i bambini si picchino?

Ovviamente no!

Forse però sarebbe utile comprendere più a fondo cosa si intende con il concetto di aggressività…

Questo termine, che subito associamo a violenza premeditata e bullismo, ha in realtà un significato completamente diverso per i nostri bambini.

Fino ai 6/7 anni infatti non esiste nei nostri figli alcuna intenzione di fare male, dinamica invece riconducibile ai concetti di rancore e violenza che nei nostri piccoli (se non in rarissime eccezioni) ancora non esistono!

Una buona dimostrazione di questa linea di ragionamento possiamo osservarla se lasciamo che i bambini gestiscano il conflitto da soli: in questi casi in genere lo scontro dura pochissimo ed i bambini tornano poi a giocare insieme come se nulla fosse successo…

Stiamo quindi attenti a non confondere l’aggressività con la violenza!

Da dove nasce questa confusione di termini?

La risposta in realtà è abbastanza semplice…

Noi adulti, infatti, tendiamo a giudicare ciò che ci circonda riferendoci ad un nostro modo di ragionare “da grandi”.

Questa modalità, ovviamente sana e normale, può però essere fuorviante quando facciamo riferimento all’infanzia…

Quando il nostro bambino picchia un coetaneo in una normale lite di gioco, a livello automatico tendiamo a pensare a come giudicheremmo un comportamento simile nel mondo degli adulti.

Ovviamente un adulto che picchia è un violento che non sa gestire i propri comportamenti e che quindi è pericoloso.

Ma per i bambini vale lo stesso ragionamento? Non credo proprio…

Un bambino che picchia infatti, salvo rarissime eccezioni, non è altro che un bambino che ancora non ha imparato a gestire la propria sana aggressività in modo funzionale!

Non è di certo un violento…

Come possiamo intervenire?

La prima cosa che noi genitori dobbiamo evitare di fare è di colpevolizzare il nostro bambino…

Come abbiamo visto, infatti, nostro figlio non è cattivo né violento, deve solo imparare a gestire la difficile ma utilissima emozione che sta sperimentando.

Un messaggio di colpa, anche se animato dalla nostra preoccupazione, potrebbe essere deleterio e portare il nostro bambino ad identificarsi con l’etichetta del violento, con risultati disastrosi.

Invece di lanciare accuse proviamo piuttosto a non intrometterci, per favorire la sua capacità di risolvere “da solo” i conflitti.

Come passo successivo, prendiamoci del tempo per spiegare a nostro figlio che non va bene far male agli altri e che è possibile trovare altre modalità per risolvere le liti.

In questo articolo ci siamo occupati del bambino che picchia, concentrandoci in modo particolare sul significato (e l’importanza) dell’aggressività ed imparando a distinguere questa sana componente evolutiva dalla violenza.

Nelle prossime settimane ci occuperemo di approfondire alcuni strumenti utili per insegnare al nostro bambino ad affrontare i conflitti in modo più funzionale.

In bocca al lupo!

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