Fase 2: il mio bambino non vuole più uscire!

Perché, ora che possiamo farlo adottando semplici misure di sicurezza, i nostri bambini si rifiutano di uscire? Cosa significano i loro comportamenti e quali emozioni ci raccontano? Come possiamo aiutarli?

E’ un fenomeno comune in molti bambini in questo strano periodo…

Hanno passato gli ultimi mesi a chiederci di uscire, a dirci che volevano andare al parchetto, a farci capire in ogni modo che erano stufi di stare in casa.

E adesso, che con qualche accortezza finalmente è possibile dare una piccola valvola di sfogo ai nostri bambini, sono proprio loro a rifiutarsi di farlo.

Alcuni si impuntano, altri ci dicono che non ne hanno voglia, altri ancora che preferiscono giocare a casa.

Presa di posizione, apatia e fuga in attività conosciute, tutte modalità che possono sottendere ben altro che la semplice mancanza di voglia…

Ma allora cosa succede nella mente dei nostri bambini? Quali sono i pensieri e le paure che muovono questi rifiuti?

Per rispondere a queste domande dobbiamo partire da un concetto solo apparentemente semplice…

Il contesto evolve rapidamente, noi ed i nostri bambini no!

I nostri figli (e noi con loro!) hanno infatti sperimentato in questi mesi un forte senso di disorientamento dovuto ai drastici cambiamenti cui sono stati sottoposti. 

Il loro mondo relazionale si è improvvisamente ridimensionato, gli spazi di vita ridotti.

Non hanno più potuto giocare con gli amici, correre al parco, festeggiare il compleanno e fare sport. Improvvisamente tutto attorno a loro è cambiato

In famiglia abbiamo dovuto riorganizzarci, cambiare le abitudini in modo da far combaciare i loro bisogni con le esigenze lavorative e le restrizioni che ci sono state imposte.

Anche la scuola si è drasticamente trasformata, perdendo la sua funzione di luogo di incontro e complicandosi attraverso l’uso di strumenti che, una volta esaurito l’effetto sorpresa, si sono rivelati più faticosi delle lezioni vere.

A questo dobbiamo aggiungere il continuo e necessario messaggio che uscire era pericoloso, che bastava un attimo per ammalarsi e che bisognava chiudersi in casa anche per proteggere i nonni e le persone più fragili.

Un messaggio chiaro e terribile…

A casa stiamo al sicuro, fuori possiamo ammalarci e far ammalare i nostri cari!

Ora si passa alla Fase 2, si può uscire in modo sicuro, si possono riconquistare alcune delle preziose valvole di sfogo che abbiamo dovuto abbandonare.

Questo passaggio, a parole molto semplice, non tiene però conto del dover anche rimettere in discussione equilibri, abitudini e modalità di arginare e contenere la paura e la preoccupazione che con tanta fatica abbiamo conquistato solo poche settimane fa.

In altri termini, non basta dire che tutto è finito per cancellare quasi 3 mesi di preoccupazioni e di allarmi!

Ci ricordiamo bene quanta fatica abbiamo fatto per spiegare ai nostri figli cosa stava succedendo e quanta fatica hanno fatto loro venendo in contatto con emozioni complesse e problematiche come la paura di ammalarsi, la frustrazione della rinuncia alle attività preferite e la ricerca di conforto in nuove routine tutte da inventare.

Ora non basta semplicemente qualche parola per farci dimenticare tutto come se non fosse successo…

Come già scritto in precedenza la situazione evolve velocemente.

A noi ed ai nostri bambini invece serve più tempo; tempo per capire che anche fuori si può stare al sicuro, tempo per ricostruire altre “nuove abitudini” che ci permettano di riappropriarci del mondo esterno, tempo per ri-abituarsi ad un contesto non più in quarantena.

E soprattutto tempo per affrontare tutte quelle emozioni che abbiamo cercato di contenere in questo periodo… 

La paura di ammalarsi, il timore del contatto con gli altri, l’ansia e la preoccupazione di costruire ancora una volta routine sono emozioni complesse per la cui elaborazione serve tempo!

Ed oltre al tempo, serve ovviamente anche il sostegno di noi genitori… 

Cerchiamo allora di non forzare i nostri figli ad uscire, di spiegargli che è normale avere paura e sentirsi disorientati, di rassicurarli raccontando loro le precauzione e le accortezza che noi stessi usiamo quando siamo fuori casa.

Anche se abbiamo voglia di uscire, e soprattutto di uscire con i nostri bambini, cerchiamo di non perdere la calma di fronte ad un loro rifiuto e di dargli il tempo di esprimere e di elaborare le loro emozioni.

In questo articolo abbiamo affrontato la difficoltà ad uscire che molti bambini mostrano all’inizio della Fase 2.

Ricordiamo che il tempo, per capire ed elaborare le difficili emozioni di questo periodo, è un fattore fondamentale tanto quanto la capacità di accogliere e rassicurare che noi genitori dobbiamo avere nei loro confronti.

In bocca al lupo!

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