Mal di pancia prima di andare a scuola… cosa c’è sotto?

Il nostro bambino ha spesso mal di pancia? Il mal di testa arriva sempre prima di andare a scuola? Potrebbe essere un problema di ansia… Scopriamo insieme come riconoscerla!

“Ho mal di pancia, mi fa male la testa, non voglio andare a scuola!”

A tutti è capitato di sentire frasi come questa, messaggi che dapprima destano preoccupazione ma che, se ripetuti, ci portano a pensare che il nostro bambino stia inventando scuse, stia cercando un modo per evitare di andare a scuola o di fare i compiti.

Magari che ci stia addirittura prendendo in giro…

Ecco allora che la nostra reazione cambia, che da preoccupati ci ritroviamo ad essere irritati, arrabbiati, ed a pensare che nostro figlio lo faccia apposta per metterci in difficoltà e che stia facendo un capriccio.

Se questa scena è occasionale probabilmente è vero…

MA SE IL PROBLEMA SI RIPETE NEL TEMPO, MAGARI ANCHE SPESSO, FORSE IL SIGNIFICATO VA CERCATO ALTROVE.

Se infatti riusciamo ad andare oltre al fastidio, all’arrabbiatura ed a pensieri quali “farò tardi” e “non può saltare altri giorni di scuola” potremmo renderci conto che i comportamenti ed i “dolori” che nostro figlio ci manifesta dipendono in realtà dalla preoccupazione e dalla paura per qualcosa.

La verifica, l’interrogazione, il confronto con gli altri, una gara… Le fonti di preoccupazione sono potenzialmente infinite.

E vedere il proprio bambino così spaventato da situazioni normali e che francamente non sembrano così paurose è qualcosa che frustra e disorienta.

Eppure agli occhi di nostro figlio queste situazioni sono davvero terrificanti. E, come per tutte le minacce percepite, si attiva nel bambino uno stato di “allerta”

Questo fenomeno prende il nome di ansia, ed è molto più comune di quanto si pensi… In genere ne soffre 1 bambino su 8.

bambini ansiosi perdono molti giorni di scuola, non svolgono le attività tipiche della loro età come andare alle feste oppure fare i compiti a casa di un amico ed il loro sonno risulta spesso disturbato da pensieri e paure.

MA PERCHÉ IL MIO BAMBINO NON MI RACCONTA COME MAI È PREOCCUPATO E NON MI SPIEGA DI COSA HA PAURA?

La risposta è in realtà piuttosto semplice…

Arrivare ad isolare una preoccupazione, riconoscerla come tale, riuscire a nominarla ed a raccontarla richiede una capacità di introspezione ed una proprietà di linguaggio emotivo che spesso il bambino ancora non possiede.

Tale capacità è infatti in via di sviluppo in età evolutiva e verrà consolidata solo nella fase più avanzata dell’adolescenza.

COME PUÒ FARE QUINDI IL NOSTRO BAMBINO A COMUNICARCI IL SUO DISAGIO?

Attraverso le modalità che più padroneggia: il suo corpo ed il suo comportamento.

ORA, È IMPORTANTE SOTTOLINEARE CHE TALE SCELTA DI CANALE DI COMUNICAZIONE IN REALTÀ È TUTT’ALTRO CHE UNA SCELTA… NOSTRO FIGLIO INFATTI NON DECIDE CONSAPEVOLMENTE DI RENDERCI LE COSE PIÙ DIFFICILI!

Si ritrova a farlo… Non c’è nessuna premeditazione o piano diabolico!

E questo ci dice un’altra cosa importantissima… Il mal di testa ed il dolore alla pancia che il nostro bambino ci porta sono reali, così come sono reali e legittime le preoccupazioni e le paure che nostro figlio prova.

Certo sono paure e preoccupazioni eccessive, ma poco cambia.

Di fronte a queste paure, sicuramente spropositate, è normale per noi genitori rimanere spiazzati e trovarci in difficoltà rispetto al cosa fare.

Dobbiamo però ricordarci che la paura, per quanto a noi adulti possa apparire poco giustificata, è in realtà un ostacolo significativo per il nostro bambino, un ostacolo che non possiamo sottovalutare né sminuire.

Un buon punto di partenza potrebbe essere quello di domandarci che emozioni prova il nostro bambino quando mette in atto certi comportamenti…

Così facendo potremmo accorgerci che in realtà alla base di questi comportamenti potrebbe esserci un problema di ansia.

In questo articolo abbiamo imparato che i dolori ed i rifiuti a fare cose che per gli altri bambini sono normali, se eccessivamente ripetuti, possono essere ricondotti ad emozioni di paura e di ansia che il nostro bambino sperimenta.

Abbiamo inoltre capito che molto spesso nostro figlio non è in grado di raccontarci come si sente e che è normale che manifesti le sue preoccupazioni attraverso il comportamento e lievi disturbi psicosomatici.

Chiederci come nostro figlio si senta in quei momenti è sicuramente un buon modo di partire per trovare poi le soluzioni giuste per aiutarlo.

IN BOCCA AL LUPO!

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