Il tuo bambino si arrabbia spesso? Ha crisi d’ira improvvise ed incontrollabili? Qual’è il significato di questi comportamenti? Ecco 3 cose che ogni genitore dovrebbe sapere su un bambino arrabbiato…
Anche i bambini più tranquilli, a partire dai 2 anni, subiscono una trasformazione che coglie noi genitori totalmente impreparati.
Il nostro angioletto, infatti, comincia a mostrare segni di irrequietezza, urla e strepita, arriva anche ad opporsi in modo deciso.
E a nulla valgono i nostri tentativi di tranquillizzarlo, i nostri intenti pacifici o il provare a distrarlo.
Le proteste ed il pianto proseguono nonostante la nostra buona volontà…
Ma cosa sta succedendo? Perché il nostro bambino che fino a poco tempo fa sembrava sereno e pacifico è diventato all’improvviso una creatura urlante ed inconsolabile?
Abbiamo sbagliato qualcosa?
Nella maggior parte dei caso no… Si tratta “semplicemente” delle prime manifestazioni di un’emozione che noi adulti chiamiamo rabbia.
Certo, non è facile per noi genitori essere preparati ad affrontare l’espressione di un’emozione così forte. In realtà però la rabbia è una manifestazione del tutto ‘normale’, una tappa fondamentale che fa parte della crescita di ogni bambino.
A partire dai 2 anni, infatti, accade che il bambino sia letteralmente travolto da questi scatti d’ira e che questa condizione si protragga per tutto il periodo prescolare.
La “burrasca” può scoppiare, in modo per noi inaspettato, in qualsiasi luogo e per mille cause diverse: una costruzione che crolla, un peluche che non si trova, un no da parte nostra…
Non c’è dunque un modo né di prevedere né di prevenire la tempesta!
Dobbiamo però tener presente che queste crisi non hanno necessariamente un significato negativo e quasi mai rappresentano l’espressione di una sofferenza o di una reale problematica.
Ma allora come mai accade e cosa significa?
1- Arrabbiarsi significa crescere!
Di fronte ad un bambino che si dispera e sbotta noi genitori ci sentiamo spiazzati e inermi. Ma soprattutto ci sentiamo responsabili, come se avessimo perso il controllo della situazione.
Ed ecco che, non richiesti, affiorano nella nostra mente pensieri e domande su cosa abbiamo sbagliato e se ci sia qualcosa che non va nel nostro bambino.
La realtà è un’altra… Le crisi di rabbia a partire dai due anni (negli Stati Uniti non a caso chiamati Terrible Two!) sono assolutamente normali e devono essere anzi interpretare come il segnale di un percorso di crescita che procede bene.
Nostro figlio sta infatti cominciando a scoprire sé stesso ed a rendersi conto di ciò che desidera e vuole.
Ma allora perché abbiamo sempre l’impressione che gli accessi d’ira sbuchino fuori dal nulla?
Per il semplice fatto che, a differenza di noi adulti, un bambino di 2 anni non è ancora in grado di decidere cosa gli piace e cosa no e si trova quindi in uno stato di continua lotta tra emozioni diverse, un’alternanza tra voglio e non voglio.
Sarà l’esperienza a mettere ordine in questa confusione…
2- L’oppositività non è diretta contro di noi!
“Non lo riconosco più” oppure “ce l’ha con me” sono affermazioni tipiche e piuttosto comuni di tutti i genitori di bambini in fase terremoto. Il presupposto di queste frasi è il tentativo di capire cosa sta succedendo e, a volte, di individuare un colpevole.
Ed il colpevole molto spesso viene (auto)identificato nel genitore stesso attraverso un meccanismo che richiama al confronto con i nostri genitori ed al senso di inadeguatezza e di impotenza che la rabbia del nostro bambino suscita in noi.
La realtà però è ben diversa…
Se infatti riusciamo a comprendere che le manifestazioni di protesta e di opposizione sono unicamente l’espressione di una nascente autopercezione di sé e risultano fisiologiche nel normale percorso di crescita diventa più facile intuirne i reali significati e funzioni.
Dobbiamo poi ricordarci che il bambino non sceglie deliberatamente di arrabbiarsi e di provocarci, non ci ha pensato prima. Nessun piano diabolico per destituirci o per farci notare le nostre mancanze…
3- La rabbia è un’emozione, diamole spazio e significato!
Come già scritto in un precedente articolo la rabbia è un’emozione, e come tale risulta sempre contestuale e involontaria.
Oltre a questo non dobbiamo dimenticare che la rabbia, così come ogni altra emozione, ha una sua funzione e deve quindi trovare una propria modalità di espressione adeguata e socialmente accettabile.
Dobbiamo quindi cercare di accogliere le crisi dei nostri bambini e guidarli, in modo graduale, a raccontare come si sentono ed a trovare delle modalità di esprimersi più adeguate e funzionali.
Ecco allora che il momento di crisi può trasformarsi nell’occasione per insegnare al nostro bambino che si può essere arrabbiati (capita anche a noi grandi…) e che si deve imparare ad esprimere questa emozione attraverso i giusti canali…
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